CAMBIA PAOLA: LA SALUTE È LA PRIMA COSA

Nota stampa di Cambia Paola

 

L’emergenza coronavirus sta mettendo alle corde il nostro Sistema Sanitario Nazionale. L’aumento esponenziale dei malati che necessitano di cure intensive ha messo allo scoperto le falle provocate dalla trentennale spoliazione di uomini e mezzi subita dalle nostre strutture pubbliche, che oggi appaiono in affanno sol perché trenta o quarantamila persone si ammalano tutte insieme.

Probabilmente, il sistema non è finora collassato solo per la concomitanza di due fattori: la straordinaria professionalità e abnegazione del personale (medico e non) e la concentrazione dei focolai nelle regioni dotate del sistema sanitario più efficiente, ossia Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

E’ però inutile nascondersi che, qualora i numeri crescessero anche al Sud, ospedali e strutture cui negli anni si sono tagliati personale, finanziamenti e persino reparti, non riuscirebbero a reggere l’urto di qualche migliaio di malati.

 

E’ chiaro che oggi la priorità è affrontare l’emergenza, e a tal fine vogliamo esprimere il nostro pieno appoggio alle misure di contenimento, severe ma necessarie, introdotte da un Governo che – primo in Europa – si è reso conto del pericolo. Del pari, ringraziamo chi a Paola – in ruoli istituzionali o operativi – sta profondendo il massimo sforzo per far sentire protetta e al sicuro la nostra Comunità che – anche questo va detto – si sta comportando ammirevolmente, rispettando di buon grado le istruzioni di prevenzione.

 

Tuttavia – dato che siamo certi di uscirne in qualche settimana – è essenziale trarre da questa brutta esperienza una lezione importante, regolandosi di conseguenza. Il Sistema Sanitario Nazionale e il principio di cura universale sono stati una conquista epocale: seppure non ha trasformato l’Italia in una comunità di eguali, almeno l’ha resa una società meno discriminata. Ci aspettiamo che, passata la bufera, un Ministro della Salute ed un Ministro delle Finanze che non hanno mai nascosto la loro formazione progressista, mettano in campo un serio progetto di potenziamento del sistema sanitario pubblico, riportando nei nostri ospedali – grandi e piccoli – energie, fondi, personale e strutture. Ci aspettiamo di non assistere più alle “fusioni Frankenstein” di ospedali distanti fra loro decine di chilometri, che non funzionano neanche sulla carta. Ci aspettiamo che si limiti la disgregazione innescata dalla regionalizzazione spinta dei sistemi sanitari, restituendo parità di trattamento ai malati di tutt’Italia e distribuendo le risorse in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Ci aspettiamo che l’immane sforzo sostenuto in queste settimane dalla sanità pubblica sia ricompensato con un ripensamento complessivo dei rapporti con le strutture private, che dovranno tornare ad essere residuali. Ci aspettiamo che il governo della sanità sia liberato dagli appetiti di esponenti politici locali che hanno approfittato del loro ruolo per saziare interessi clientelari e campanilistici.

 

La guerra fra poveri deve finire. Giacché la scarsità di risorse genera anzitutto il rischio di non essere curati e, in secondo luogo, produce spettacoli indegni come quello cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, in cui il direttore sanitario dello “spokenstein” Paola-Cetraro ha tentato di ostacolare il rafforzamento dell’Ospedale San Francesco nonostante l’emergenza in corso. A tale proposito, chiediamo che le istituzioni cittadine ed il Consigliere Regionale Graziano Di Natale facciano sentire alta la propria voce, richiedendo l’immediata rimozione di Vincenzo Cesareo da un ruolo cui evidentemente non è idoneo e la sua sostituzione con una personalità imparziale, libera da condizionamenti e, soprattutto, in grado di assicurare ai cittadini efficienza, serenità e fiducia.

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