DI NATALE E LA SATIRA MAL DIGERITA

Nessuna tregua per la ricerca di like e visibilità dalla politica cittadina. Ad approfittarne sempre il solito supereroe

Fare satira politica a prima vista sembrerebbe cosa facile ma non lo è. Tutti sappiamo che la politica possiede le caratteristiche ideali per essere bersaglio di satira, ironia e umorismo in genere.
L’agire politico è, per sua natura e specie alle nostre latitudini, legato dalle sole azioni, e per queste si crede d’esser giudicati, ma le loro conseguenze restano più impresse nell’opinione pubblica non asservita.
Chi fa satira è solitamente un moralista in quanto la stessa si fonda su un disaccordo etico e l’uomo politico è il bersaglio ideale del moralista, perché per sua natura diverso e incompatibile rispetto a lui.
E’ per questo assunto che Graziano Di Natale è bersaglio (non solo) della satira locale. La memoria della popolazione va oltre le azioni e si fonda sulle conseguenze di quelle azioni.

E’ risaputo ai più che decenni di scranni riscaldati e animati non hanno lasciato nulla a Paola e ai paolani. E’ stata una escalation che mirava alla più alta poltrona, e c’è arrivato. Oltre non sarà in grado d’andare il Di Natale locale, anche questo è risaputo, ma un quinquennio da consigliere regionale, probabilmente da duplicare, troverà certamente spazio nel curriculum del giovane rampollo.

Graziano Di Natale ha trovato “davvero di cattivo gustola maschera di Batman che gli hanno fatto indossare. “Per mia indole sono sempre stato moderato ed ho condiviso con piacere la satira. Oggi no!!! In un momento così drammatico per le nostre comunità, si dovrebbe soprassedere,anzi tacere!!!” Così Di Natale ai suoi fan pubblicando la vignetta che lo ritrae mascherato mentre telefona al sindaco proponendogli l’Avigan, il farmaco giapponese che l’Italia sta sperimentando per far fronte alla pandemia.

Di cattivo gusto per lui e per i suoi fan, ovviamente, satira per il resto del mondo. “Il signor Di Natale se avesse avuto qualcosa di importante da dire poteva scriverci in privato o commentare sotto la foto – hanno risposto gli autori della vignetta (PAOLITICS) a chi inveiva loro contro -. Invece l’ha data in pasto ai suoi piccoli elettori che ne hanno fatto una discarica, non è di destra (forse) ma usa gli stessi modi mediatici di Salvini“. Come dargli torto?

“Proprio perché c’è poco da ridere in questo momento le persone che cercano di strappare un sorriso andrebbero apprezzate” risponde uno dei tanti cittadini allo sberleffo.

Proprio perché il bersaglio è così evidente e inevitabile, le vie della banalità si sprecano nel fare satira. Il moralismo facile, la facile condanna delle deviazioni morali, l’indignazione perché il politico non corrisponde all’ideale del cavaliere senza macchia, sono le strade scontate di una satira politica troppo ovvia per essere mordente, troppo facile per essere interessante.
Paolitics la satira politica la sa fare, la loro è un susseguirsi di illuminazioni isolate.
Non ironia, ma sarcasmo.
Nessuna umanità da comprendere e a cui tutto sommato ci si affeziona negli anni ma una sequenza di micro ritratti della stupidità. Più volte ci è parso che le vignette di Paolitics, ma anche quelle di Paoland, avessero la capacità di dire con una battuta quello che tutti pensavamo in quel momento, impersonando un sentire che era palesemente nell’aria e aspettava solo di essere detto; un sentire popolaresco e allegramente pessimista, molto tradizionalmente italiano. Probabilmente è più satira sociale che politica ma in tutti e due i casi il mondo della politica appare come quello che fornisce gli esempi di punta, il magazzino più fornito ed evidente di quei difetti che sono i difetti di tutti.*

*: considerazioni arricchite da un articolo apparso su Golem l’Indispensabile, rivista online fondata nel 1996 da Umberto Eco, Gianni Riotta e Danco Singer.

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