Alberto Sordi

C’è chi fa lo sceriffo con il … degli altri

Parola d’ordine: “fare multe!”

“Anche se non ve serbo rancore, ve dico ‘na cosa sola: state attenti a come ve movete.”

Otello Celletti interpretato dal grande Alberto Sordi ne Il Vigile, regia di Luigi Zampa del 1960, è tra noi anche nel 2018.

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Il video che, come una pallina da ping pong, è rimbalzato da una mano all’altra sul WhatsApp di numerosi paolani pare non sia finito su quel circuito di interazione sociale più in voga oggi. Il sistema di messaggistica istantanea tutelerebbe, se ancora si può dire, la condivisione di contenuti in quanto essa avviene tra contatti più “intimi” (almeno in teoria), a differenza del più ampio circuito animato da Facebook e Twitter in primis.

Nei giorni scorsi l’avv. Carmine Curatolo ha avuto la capacità di esprimere un parere comune a molti cittadini paolani vessati dagli atteggiamenti “da sceriffo” di un componente del Comando di Polizia Locale.
Con un video ha dimostrato che l’atteggiamento spavaldo del vigile in questione nel fare il proprio dovere, non rispecchia il suo essere cittadino modello che vorrebbe, con modi discutibili, inculcare agli altri. Una banale infrazione al codice della strada da parte del vigile, parcheggiando tra le strisce blu (per la precisione a cavallo delle stesse), ha irritato l’avv. Curatolo, che più volte pare sia stato trattato con modi “villani”, al punto da girare un video e condividerlo con qualche suo contatto tramite la messaggistica istantanea. L’auto del vigile in questione, si evince dal video e dal commento di sottofondo, era sprovvista di tagliando per il parcheggio nelle strisce blu. Un atto di spavalderia che non è stato digerito dall’avvocato, specie conoscendo con quanta foga il l’ “autorità” esorta gli automobilisti al rispetto del CdS.

L’avv. Curatolo ha inviato un comunicato anche a Paola Oggi, un comunicato che stigmatizza l’atteggiamento del vigile sceriffo e del consigliere comunale che si è schierato per difenderlo.

Paola Oggi riporta di seguito il comunicato dell’avv. Curatolo non prima, però, di evidenziare un aspetto probabilmente non conosciuto ai più.
L’atteggiamento da sceriffo del vigile in questione, oltre a essere, evidentemente, una sua caratteristica, è legato a due altri aspetti non secondari.
Il primo. Il vigile è sostenitore politico del sindaco Perrotta, ecco che si giustifica la difesa del consigliere Ollio che condivide lo stesso partito dei due.
Il secondo. Giungono voci, dal Sant’Agostino, che il sindaco Perrotta convochi periodicamente la polizia locale per verificare il loro operato (anche e soprattutto) attraverso il numero di contravvenzioni elevate. I vigili sono quindi esortati al controllo del territorio (anche e soprattutto) per rimpinguare le casse comunali con sempre più contravvenzioni per non subire rimbrotti da parte del sindaco.

Scrivo queste poche righe perché reputo opportuno effettuare alcuni chiarimenti in merito ad una vicenda che mi ha visto protagonista nei giorni scorsi.

Giovedì  06 dicembre, attorno alle 17.30  mi trovavo in Piazza IV Novembre di Paola e constatavo che l’autovettura che so essere di proprietà (o comunque in uso costante) di una persona di mia conoscenza, sostava negli spazi a pagamento (le c.d. strisce blu), senza l’esposizione dell’apposito tagliando che attesta l’avvenuto pagamento del servizio.

il proprietario o comunque l’utilizzatore dell’autovettura in questione so essere in servizio presso il Comando della Polizia Locale;

lo stesso, in una occasione ebbe a redarguirmi con veemenza (ed utilizzando termini poco appropriati alla funzione svolta), alla presenza di un mio assistito (tale A.I.), per una sosta vietata che avevo fatto sulla via Sant’Agata;

il soggetto in questione, è abitualmente dedito a richiamare al rispetto delle norme relative alla sosta molti cittadini e non esita ad esercitare il suo dovere di infliggere la giusta sanzione;

ed ancora, lo stesso, è notoriamente uno dei maggiori sostenitori della lotta verso chi infrange, in generale, le norme del CdS.

Alla luce di ciò, ho ritenuto di rilievo la circostanza che lo stesso, in orario di vigenza dell’obbligo di procedere al pagamento della sosta, non avesse provveduto.

Nell’immediatezza, per avere certezza che l’autovettura in questione fosse proprio quella nella diretta e perdurante disponibilità dell’addetto al Comando di Polizia Locale, ho telefonata al comune amico G.M., il quale, avuta contezza del numero di targa del veicolo mi ha dato risposta positiva; poi gli ho spiegato i motivi per i quali avevo avanzato la richiesta.

Decidevo di realizzare un breve filmato che potesse comprovare questa situazione, con l’intento di inviarlo ad un altro comune amico che so essere in rapporti di comparaggio con il dipendente comunale; tanto perché, nell’occasione in cui ebbi a “criticare” il comportamento del Vigile Urbano che alla presenza di un mio assistito, anziché limitarsi ad irrogare la sanzione, si era abbandonato – con modi che la mia maestra avrebbe definito “da villano” – all’affermazione “dicicci all’avucatu ca si mparassi a parcheggia’ bellu bellu che sinno’ su c…. i sua”, mi aveva riferito che l’amico Pino è fissato con le soste e pertanto va in bestia quando qualcuno non rispetta la disciplina in merito.

In buona sostanza, ho fatto il video per “dimostrare” a questo amico comune che il suo compare “predicava bene e razzolava male”.

Dopo aver realizzato il video ho provveduto ad inviarlo, tramite what’s app, ad una persona mia amica e, del pari, amica del soggetto che aveva infranto, a mio avviso, il CdS.

Non abbiamo più parlato della vicenda, perché questa persona mia amica, era impegnata in cose molto più serie, rispetto alla mia piccola rimostranza.

Questo pomeriggio ho notato  un articolo di stampa comparso sul portale “Marsili Notizie”, dal titolo “Paola – Avvocato si scaglia sul web contro un ausiliario: solidarietà di Ollio”.

Nell’articolo in questione, il consigliere comunale Ivan Ollio – con il quale, tra l’altro, sono legato da rapporto affettivo – solidarizzava con il dipendente comunale, lamentando la ingiustizia della ripresa;

palesava che la stessa ripresa, probabilmente, era stata effettuata in un orario in cui vigeva l’obbligo del pagamento della sosta, ma che la stessa sosta era iniziata prima della vigenza dell’obbligo.

Nel medesimo articolo si evidenzia evidenziato che il predetto video, era stato diffuso da questo avvocato sul web ma lo stesso autore dell’illecito <<.. avrebbe già rimosso il “pezzo” incriminante dallo spazio su cui era stato condiviso (ma, purtroppo per lui, non da altri mezzi che sfruttano i social network)>>;

Infine, l’articolo precisa che le espressioni diffamatorie utilizzate dall’avvocato “reporter improvvisato”  potevano essere oggetto di azioni legali da parte del ripreso.

Considerato che “l’improvvisato reporter” sono io, tengo a precisare quanto di seguito:

  1. il video è stato realizzato alle ore 18.02 del 06 dicembre 2018, dunque in vigenza dell’obbligo di pagamento;
  2. non ho diffuso in maniera pubblica il video realizzato né ho provveduto a rimuoverlo da alcuno spazio;
  3.  ho informato della vicenda il comune amico G.M.; questo mi ha riferito che nell’immediatezza avrebbe avvisato il trasgressore per rimuovere la vettura;
  4. alle ore 19.30 circa, la stessa autovettura non era più in sosta nello spazio a pagamento;
  5. se ho infranto la legge non potrò fare altro che iniziare a difendermi.

Ritengo utile, tuttavia, per la collettività, sapere che un soggetto deputato a far rispettare l’osservanza del CdS, probabilmente, l’ha consapevolmente violato.

Da cittadino reputo inopportuno che un consigliere comunale prenda la difese di un dipendente dell’Ente senza conoscere il merito della vicenda.

Al contrario, il consigliere Ollio che vive di pane e legalità (lo posso testimoniare fin avanti a Nostro Signore) e che ha un elevato senso civico, avrebbe dovuto, a mio modesto parere, prendere atto della vicenda e chiedere che venisse  promosso un procedimento disciplinare nei confronti del dipendente; tanto sulla scorta dell’assunto che il dipendente, con la sua condotta, potrebbe aver leso il decoro dell’Ente.

All’esito del procedimento disciplinare, svolto con tutte le garanzie di legge, si sarebbe potuto accertare che il CdS non è stato violato consapevolmente (magari la sosta era iniziata in orario “libero” e poi proseguita incolpevolmente oltre) ed esprimere tutta la solidarietà possibile ed immaginabile.

Capisco, tuttavia, che i rapporti personali e politici tra i due, lo hanno indotto a fare diversamente (basta “andare” su Facebook e vedere le foto caricate per rendersi conto che quanto affermo è vero: esistono foto nelle quali i due sono commensali gioiosi ed altre in cui il dipendente, nel pieno dell’ultima campagna elettorale per le comunali, mentre si trovava sugli spalti di uno stadio di calcio, ha esibito una scritta che invitava a votare per la fazione politica del consigliere Ollio).

Se fossi stato io consigliere comunale del glorioso P.S.I. avrei, pure, verificato il motivo dell’assenza dal lavoro del dipendente – beneficiario del Decreto Sindacale citato nell’articolo – nei giorni in cui si è recato allo stadio ed ha esibito il “manifesto” politico (“ma questa è un’altra storia, per il momento non ci interessa” direbbe Carlo Lucarelli).

Mi permetto di suggerire all’amico Ivan Ollio (persona perbene, onesta e che vive una vita improntata al lavoro, al sacrificio e al rispetto della famiglia e degli esseri umani in generale e che umanamente stimo a dismisura), che alla luce del suo ruolo istituzionale, al cospetto di tali eventi, anziché prendere le difese senza se e senza ma del dipendente, specie se questo è amico e/o uomo di fiducia dei vertici dell’Ente, dovrebbe approfondire la vicenda e pretendere l’assoggettamento di quel dipendente ad un procedimento disciplinare volto a verificare se ci sono effettivamente delle responsabilità, per aver leso il prestigio dell’Ente Pubblico di appartenenza.

Tanto nell’interesse di tutti.

Reputo che non sia giusto, che un dipendente pubblico, specie se addetto al Comando di Polizia Municipale, accusato di aver omesso di versare il dovuto per la sosta della sua auto, venga difeso ed encomiato da un consigliere comunale; non è giusto per i cittadini che pagano la sosta e se non lo fanno vengono sanzionati dai solerti addetti al servizio; non è giusto per gli altri dipendenti dell’Ente che hanno un comportamento improntato al rispetto delle regole e che oltre ad essere rispettosi di queste regole lo appaiono per non ingenerare nei cittadini l’idea contraria.

Detto questo, invio un forte e virtuale abbraccio al mio amico Ivan e all’addetto al Comando di Polizia Locale che amo definire “sceriffo” per i modi, spesso irruenti che utilizza nell’esercizio della sua funzione, demandata dal Sindaco con il Decreto citato nell’articolo; il tutto con l’augurio che il sospetto che ho ingenerato si riveli infondato, consentendo all’addetto al Comando di continuare ad indossare con onore l’alta uniforme della Polizia Municipale di Paola nelle occasioni istituzionali in cui sorregge il gonfalone della Città.

Carmine Curatolo

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