L’immobilismo del sant’Agostino

In attesa della sentenza il Comune è più fermo del solito

Dopo lo stallo dovuto al dissesto che ha gravato sui cittadini, la ripresa s’è solo intravista sul territorio di Paola. S’è intravista nelle opere pubbliche che, nonostante le bacchettate dei commissari, sono state realizzate e in sparute operazioni di welfare. L’avvio sembrava promettente per la città ma poi … le elezioni.

Da quasi un anno il lassismo la fa da padrone, eppure nessun dissesto è in atto.

Oggi la politica, e con lei le attività del comune sono ferme, più ferme del solito. Tutti in attesa, evidentemente, di quella sentenza che decreterà la caduta del governo cittadino, o forse no. Ma nell’attesa i protagonisti dell’amministrazione comunale, votati per governare, sono fermi. Gli unici a essere animati sono quei dipendenti che intravedono già nuovi scenari e hanno già individuato a chi aggrapparsi, a chi non voltare le spalle per continuare il loro lavoro senza sfumature di astio e rivalsa che sovente, in quel palazzo affiorano.

Nessun fermento, nessuna programmazione, tutto fermo in attesa che il tribunale si pronunci e sentenzi.

Se l’immobilismo in atto è legato all’attesa della sentenza, che immobilismo devono attendersi i cittadini nei mesi di “governo” con commissario prefettizio in attesa di nuove elezioni? Almeno fino a giugno 2019 assisteremo a passerelle e nulla più.

Sarà una lunga campagna elettorale, se la sentenza toglierà la fascia da sindaco a Roberto Perrotta, una campagna elettorale nell’inedia più totale a discapito di una cittadina che dovrebbe essere già pronta per affrontare la stagione estiva e che invece sta a guardare, attende, come sempre, la manna dall’alto.

 

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