Graziano di Natale

Paola: la corsa a premi della maggioranza con spregio del ridicolo

I mercanteggianti della maggioranza che amministra Paola in vista delle prossime elezioni regionali

Zingaretti, segretario del PD che vuole ricostruire la sinistra e qualcuno insieme a lui in Calabria, dovrebbero spiegare come si  può accordare fiducia, prima che consenso, a un partito che a Paola, fra il ridicolo e il penoso, fa accordi di potere e di carriere in vista delle elezioni regionali che dovrebbero tenersi in autunno.
C’è già Oliverio che sta facendo danni d’immagine e di appartenenza che costeranno al Pd un prezzo altissimo dopo il “decretone” sulla sanità e l’accusa, mossagli dalla ministra Grillo e dall’ex-commissario Massimo Scura, di essere il maggior responsabile dello sfascio del servizio sanitario in Calabria.
Ora ci si mette Di Natale , feudatario del PD nell’area paolana, che con la disinvoltura dello sprovveduto e l’irresponsabilità di chi è inconsapevole del danno che fa, apre il mercato delle candidature e dei subentri come se fosse prassi consolidata e riconosciuta nel PD, almeno in quella parte che viene da sinistra perché, se l’ascendenza politica è quella della vecchia Dc ,poi Margherita, i conti tornano. Nella gloriosa DC si lottizzava tutto, si mercanteggiavano anche i morti che votavano ai congressi, figurarsi le candidature e i subentri. Del resto Di Natale può chiedere conferma in famiglia dove la DC, fra un’avemaria e una estrema unzione, politicamente tramando, ebbe a trovare il proprio candidato, con successo, al parlamento di Strasburgo.
Ma non è solo Di Natale che ha aperto il mercato politico delle regionali. Può contare sull’autorevole apporto e consenso del sindaco Perrotta, targato socialista all’anagrafe politica ma duttilissimo nelle alleanze elettorali.

Ma veniamo al dunque cioè su che cosa si sta mercanteggiando nella logica che è soltanto“cosa loro”. I partiti, gli elettori, la governance della città restano fuori. Così gira a Paola.
Se, dunque, Di Natale dovesse essere eletto alle prossime elezioni regionali, dovrebbero cambiare gli assetti dell’attuale giunta comunale. Così anticipa il giornale che per primo conosce le decisioni e gli accordi della maggioranza di governo della città di Paola.

Graziano Di Natale si dimetterebbe da presidente del consiglio comunale di Paola e, con lui, dovrebbe dimettersi anche l’assessore Francesco Città, colonna portante – si fa per dire – della
giunta Perrotta in quota PD.

Non una grande perdita, penseranno in molti, ma il peggio viene con i subentri. E’ una specie di corsa a premi, con grande spregio del ridicolo.
I due importanti ruoli di responsabilità saranno occupati da chi, in vista del voto regionale, si impegnerà per sostenere la candidatura dello stesso Di Natale. Questo il perno politico intorno al quale ruota il mercato elettorale d’autunno.
Il nuovo presidente del Consiglio Comunale dovrebbe diventare Francesco Sorace, attuale consigliere di maggioranza. Il nuovo assessore, con deleghe ai servizi e politiche sociali, formazione, lavoro e sport, dovrebbe diventare un altro consigliere comunale di maggioranza, al secolo Josè Grupillo (o a persona di sua fiducia).
Questo, almeno, è quanto riferisce il quotidiano bene informato.
In caso contrario, riporta il giornale, “ossia se l’attuale presidente del consiglio comunale paolano dovesse uscire sconfitto dalle urne, tutto resterà invariato, fino al giorno in cui si terranno le elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei depurati e del Senato della
Repubblica. Anche in quella circostanza – si presume – Graziano Di Natale sarà il “cavallo di razza” della maggioranza “perrottiana” in corsa per un seggio romano”. Come si vede è un accordo a lunga gittata che parte dal palazzo comunale, col sindaco targato socialista e il presidente del consiglio targato PD, e punta in prima battuta al consiglio regionale (12 mila al mese), se no al parlamento nazionale (15 mila al mese).Tanto valeva puntare subito a
Strasburgo (oltre 20 mila) con le elezioni in corso ma si vede che, per l’Europa, Di Natale e Perrotta debbono attendere.

Di questo accordo si è appreso dalla stampa e, visti gli attori in scena, ci sarebbe poco da analizzare ma corre l’obbligo di commentare l’accordo per quei pochi che non conoscono l’operato e lo spessore politico dei personaggi in questione.
L’operato di Sorace e Grupillo si svolge notoriamente per impegnative e coraggiose alzate di mano nei consessi dell’aula Lo Giudice, nient’altro. Forse si può assegnare qualche punto in più a Grupillo per la sua particolare scaltrezza politica nel gestire gli equilibri in maggioranza, ma niente più.
Pensare di affidare ruoli apicali e chi ha percorsi politici così modesti e subalterni comporterebbe una ulteriore conferma, se mai qualcuno avesse dubbi, della miopia politica con cui si guarda al futuro e alla crescita della città.
Al di là dei mercanteggiamenti e degli accordi di carriera saranno gli elettori a decidere il risultato di questo accordo di bassissimo profilo e che la dice lunga come si fa politica a Paola.

Nostro compito è informare, senza rinunciare alle nostre valutazioni. Il risultato finale
rientra nelle scommesse e nelle umiliazioni cui è esposta la democrazia.

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