Paola: Perrotta per i suoi debiti implora il ministero

Il Sindaco di Paola, rischia di trascinare il paese in un altro dissesto.

In genere a Paola, quando una situazione, pubblica o privata, si fa disperata ci si rivolge al Santo Patrono che nella sua infinita misericordia non abbandona mai i suoi fedeli, soprattutto quelli della città che lo venera.

Ma negli ultimi tempi, con Di Natale che cerca di fare campagna elettorale per le regionali utilizzando il Santo in una controversa polemica con la Regione, e il sindaco Perrotta che mette in vendita percorsi boschivi nell’area del convento, è legittimo ritenere che il Santo non abbia gradito le iniziative del sindaco e del presidente del consiglio comunale.

In assenza di miracoli non meritati, il Sindaco di Paola, unitamente alla giunta comunale ha deliberato di richiedere al ministero di potere utilizzare  fondi stanziati per altre finalità a estinzione  dei debiti riconducibili al dissesto prodotto dalla sua disinvolta cultura di governo e pratica amministrativa.

Con deliberazione n. 136 del 4 luglio 2019 (leggi e scarica qui: DELIBERAZIONE DI G.C. N.136 DEL 4.719 trattenimento somme osl) la Giunta comunale di Paola chiede di “trattenere” le somme versate dall’Osl (Organismo straordinario di liquidazione del dissesto) alla chiusura del dissesto.

Nell’interesse della città è opportuno spiegare, in pochi passaggi, l’ennesimo tentativo di questa amministrazione di utilizzare somme destinate ad altri fini cercando di semplificare in linguaggio corrente un linguaggio “tecnico” per addetti ai lavori.

Cosa chiedono Perrotta e i suoi compagni d’avventura di lotta e di governo? In pratica chiedono al Ministero di poter utilizzare la somma di 8.506.860,20 € per: “1) l’effettivo e completo risanamento dell’Ente e, dunque, in via prioritaria e preliminare, per gestione finanziaria post dissesto ovvero per la chiusura delle posizioni debitorie relative al periodo del dissesto; 2) per fronteggiare la difficile situazione finanziaria in cui versa il Comune di Paola nonostante una procedura di dissesto appena conclusa e, dunque, in via secondaria e subordinata, per la copertura dei debiti fuori bilancio formatisi dopo il 31.12.2011 data temporale di riferimento della gestione del dissesto;…”

Ora, per la richiesta “in via prioritaria” non c’è nulla di anomalo visto che quei soldi sono esclusivamente destinati a pagare i debiti del dissesto, ovvero quelli creati da Perrotta &  co. fino al 2011. Quello che deve preoccupare  è la richiesta “in via secondaria e subordinata” che, in pratica, è uno stratagemma di bassa lega per utilizzare i soldi con il fine di finanziare la spesa corrente e pagare tutte le cambiali elettorali ai “supporter” che si sono imbarcati con lui  e con i suoi debiti per godere dei privilegi  e dei favori che il potere offre.

E’ chiaro: se il Ministero dovesse autorizzare (ma sarebbe inaudito!), loro fingerebbero di dover ricorrere a quello “stato di necessità” ormai caro a certa sinistra per coprire le peggiori violazioni della legge, per poi usare la “via secondaria” e utilizzare i soldi del dissesto per pagare anche i “clientes” dell’allegra  compagnia di ventura.

La cosa simpatica e  un po’ comica è che Perrotta e i suoi  “allegano” alla delibera, quasi come rafforzativo della richiesta, le delibere con cui hanno impugnato la famosa diffida fatta dallo stesso Ministero ( ne parlammo qui: Il Prefetto diffida Perrotta – Morire politicamente di dissesto!) e diretta ad individuare i veri responsabili del dissesto, diffida alla quale sostanzialmente il Comune non ha ancora adempiuto se non con provvedimenti generici e di comodo. La cosa ridicola è che il Ministero si è costituito contro il Comune e, allo stato, il Tar ha rigettato tutte le richieste dell’Ente locale anticipando un esito scontato e cioè la soccombenza del Comune di Paola.

Ancora una volta Paola Oggi nel suo percorso solitario di denuncia delle inadeguatezze di questi amministratori “all’amatriciana”, si trova a dover rilevare, al di là del merito delle questioni, un modo di amministrare sconclusionato e contraddittorio, frutto di una arretratezza politico-amministrativa senza precedenti nella storia della rappresentanza politica della nostra città.

 

 

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