Paola: Perrotta ricorre al Tar nel tentativo di salvarsi

Vogliamo raccontarvi l’ennesima constatazione delle aspettative tradite. Un sentimento di amarezza  vi assalirà nel leggere, con un finale che non possiamo non condividere con voi. Seguiteci…

Come sempre abbiamo fatto cercheremo di spiegarvi in maniera semplice cosa è successo.

Il 19 luglio 2018 il Ministero dell’Interno notifica al Comune di Paola e all’O.S.L. (organo che si è occupato di liquidare i debiti del dissesto del 2013) un decreto con il quale ha approvato il piano di estinzione dei debiti a causa dei quali era stato dichiarato il dissesto. Nel decreto, il Ministero ha elencato una serie di debiti che non sono stati liquidati dall’O.S.L. per varie ragioni e ha chiesto al Comune di adottare, entro 60 giorni, una deliberazione con cui si dovevano indicare i soggetti ritenuti responsabili di debiti esclusi dalla liquidazione.

E secondo voi chi potrebbero essere i soggetti responsabili?
Anche uno stupido capirebbe che sono da ricercare tra quegli amministratori che hanno provocato il dissesto!

Quindi Perrotta & co. si sono trovati nella scomoda posizione di dover discutere e magari deliberare sulle proprie responsabilità. Figuratevi se lo hanno fatto!

I 60 giorni sono decorsi e, ovviamente, nessun consiglio è stato convocato sull’argomento e, quindi, i responsabili di questi debiti che non sono stati riconosciuti e che evidentemente dovranno essere pagati da qualcun altro, non sono stati individuati.

Cosa prevede la legge a questo punto? Che venga nominato un Commissario ad acta, cioè una persona nominata dallo Stato che venga a sostituirsi al Consiglio e deliberi al posto suo.

Ma  poiché il Sindaco attualmente in carica e il Sindaco responsabile del dissesto finanziario sono la  stessa persona fisica, esiste un chiaro conflitto d’interessi in quanto non vi è dubbio che i “responsabili” di cui all’art. 257 T.U.E.L. vanno individuati negli amministratori che hanno causato il dissesto finanziario del Comune e che ora dovrebbero deliberare in consiglio contro se stessi provvedendo agli adempimenti di cui all’art. 257 T.U.E.L..

E allora cosa si inventa Perrotta? Un bel “ricorsino” al Tar contro il Decreto del Ministro degli Interni chiedendo, tra le altre cose che vengano invece ammessi alla liquidazione circa un milione di euro di debiti esclusi e relativi a suoi “clientes” che sono rimasti a bocca asciutta.

Tutto si può dire di Perrotta, ma non è certo uno sprovveduto e rivela una certa fantasia.

Quindi mentre da un lato da anni blatera circa la insussistenza e pretestuosità del dissesto ora chiede aumentarsi la massa passiva inserendo debiti che invece dovrebbe pagare lui, e chi ha amministrato con lui fino al 2012, in caso di esclusione.

E’ chiaro che il ricorso miri anche a prendere tempo per evitare la convocazione del consiglio comunale dove dovrebbe individuare se stesso come responsabile e l’eventuale applicazione di sanzioni nei suoi confronti. Anche il presidente del consiglio è “prudente”, si guarda bene dal convocare l’assise, ci tiene alla poltrona.

Alla fine, come succede in politica, anche nell’amministrazione degli enti pubblici i numeri contano e i conti vanno pagati. Perrotta & co. lo sapevano, ma speravano di farla franca.

Il link alla deliberazione che approva il ricorso al tar lo trovate qui: DELIBERA DI G.C. N.174 DEL 13.10.18 ricorso estinzione passivita pregresse

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Last but not least

Carlo Cipolla

Carlo Cipolla – http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-cipolla_(Dizionario-Biografico)/

Carlo Cipolla, storico dell’economia, faceva distinzione tra stupidi, intelligenti, sprovveduti e criminali. Diceva:
se fai bene a te stesso e il male agli altri, sei un criminale;
se fai il male agli altri e a te stesso, sei uno stupido;
se fai il male a te stesso e il bene degli altri, sei uno sprovveduto.
L’irresponsabile è colui che procura male agli altri: che tu sia criminale o stupido poco importa, ma non sei una persona di cui ci si può fidare. E tra persone di cui non ci si può fidare non si può convivere.

 

 

 

 

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