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Vicenda Pennestrì – Perchè i balneari di Paola non si sono schierati? Fare chiarezza sugli scarichi a mare

Archiviazione per Pavone e Caruso denunciati da Pennestrì

Che un imprenditore balneare calabrese si lamenti perchè “rischia di perdere la sua azienda per essersi opposto agli scarichi fognari in mare” è legittimo e deve urlarlo ai quattro venti.
La vicenda di Roberto Pennestrì e del suo lido Holiday Beach va però tenuta distinta e separata dalle battaglie ecologiste da lui condotte e che esulano dalle beghe giudiziarie riguardanti il lido. Ne sono ben consapevoli i bagnanti e i cittadini tutti.
L’operato di Pennestrì in campo ambientalista va riconosciuto e non sminuito mentre bisogna cercare di approfondire un aspetto più mirato della denuncia da lui fatta.

La vicenda che racconta Roberto Pennestrì, titolare dell’Holiday Beach di Paola, è di dominio pubblico, l’ha riportata la carta stampata e il web. «Sono vittima di una grave disparità di trattamento e mi sono fatto molti nemici solo per avere segnalato i continui sversamenti dei depuratori nel mare di Paola», racconta Pennestrì. E con molta probabilità sarà vero.
Tra “i molti nemici per aver segnalato i continui sversamenti dei depuratori nel mare di Paola”, non dovrebbero esserci i colleghi balneari, poiché si dà per scontato che nessuno più di loro ha interesse  al mare pulito, materia prima per la loro attività. Eppure un assordante silenzio proviene dai lidi limitrofi all’Holiday Beach.
E’ indubbiamente strano che non ci si schieri al fianco di Pennestrì quando protesta per sensibilizzare la salvaguardia del mare. Nelle “catene umane” organizzate in questi anni, pochi sono stati i colleghi gestori di lidi a fronte dei molti bagnanti. Due le ipotesi da avanzare: o che ci può essere interesse da parte di qualcuno ad avere un concorrente in meno, oppure si cerca di mettere in discussione le sue battaglie ambientaliste. Per certo non può essere avanzata una terza ipotesi, così come qualche imprenditore balneare ha fatto negli anni scorsi: che non esista il problema mare sporco a Paola.
Eppure negli anni passati ci fu qualche lido che boicottò la stampa: si misero d’accordo per non vendere nei lidi Il Quotidiano che all’epoca denunciava puntualmente e senza bandiere, con dovizia di particolari, il mare sporco su tutta la costa paolana.

Paola Oggi non vuole entrare nelle beghe giudiziarie di Pennestrì, non vuole analizzare quali concessioni demaniali sono stagionali (ma che conservano sul demanio strutture vetuste) e quali sono annuali (ma che alterano i profili della spiaggia con dune che non permettono la vista del mare dal lungomare). E non vuole sindacare neanche su chi ha realizzato lidi amovibili (amovibile: che si può rimuovere, non fisso; asportabile, mobile, rimovibile, spostabile) come non richiede la legge, e chi per rimuoverli deve demolire il cemento armato appoggiato sulla spiaggia.

Certamente Pennestrì, pur vessato dalla burocrazia, ha avuto cattivi consiglieri che lo hanno penalizzato ancor più di quanto lo era prima. Rischia di non aprire per l’estate 2018 perchè la vita dell’Holiday Beach dipende ancora da un’ultima sentenza, costosa, quella del Consiglio di Stato per la quale il Comune di Paola ha presentato ricorso. Comunque vada a finire il problema degli scarichi a mare va affrontato e risolto. Chi è tenuto a intervenire non faccia il pesce nel barile.

 

NOTA GIUDIZIARIA A MARGINE

C’è  da registrare, per completezza di informazione, un fatto importante che  stranamente nessun organo di stampa ha riportato e cioè l’archiviazione disposta dal giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Elia, nei confronti dell’ing. Fabio Pavone difeso dall’avv. Emilio Perfetti, e del geom. Antonio Caruso difeso dall’avv. Massimo Zicarelli. Ecco il dispositivo:

“Alla stregua degli atti di indagine la notizia di reato è da ritenersi infondata”. – Così osserva il Gip.

Denunciati per abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) da Roberto Pennestrì, difeso dall’avv. Sabrina Apollinaro, il Gip ha stabilito che “i provvedimenti adottati dagli indagati non sono qualificabili, per come richiesto dalla norma incriminatrice, quali atti adottati in violazione di norme di legge o di regolamento, attesa la piena regolarità e legalità degli stessi, attenendo alla demolizione di opere abusive realizzate dal querelante”.

Caduta anche l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio (art. 328 c.p.) in quanto “non emerge alcuna richiesta di adempimento da parte del querelante, né alcuna manifestazione di volontà di non voler compiere l’atto doveroso” –

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