il punto di Pagliaro

ASSENZA DI PREVENZIONE E FATALISMO, I DANNI DELLE MAREGGIATE SI POTEVANO EVITARE

Forse con eccessivo fatalismo si è sperato che gli inverni passassero senza danni, non tenendo conto delle probabilità che mareggiate, anche più forti di quelle recenti, potessero verificarsi in tutta la loro drammaticità.

di Alessandro Pagliaro

Le  mareggiate che negli ultimi giorni hanno devastato il litorale tirrenico cosentino, si sono rivelate  una forza distruttrice imponente. Interi edifici, lungomari, moli e lidi balneari nei nostri comuni costieri hanno subito danni ingenti, sia in termini economici che strutturali. L’attività di molti operatori ora è a rischio per la prossima stagione estiva. Impegni e sacrifici di tanti anni rischiano di andare in fumo se non si ripristina per tempo l’agibilità dei luoghi.

E’ giusto invocare lo stato di calamità naturale con l’intervento delle istituzioni, così come è sacrosanta la solidarietà espressa da una moltitudine di  cittadini partecipi  dei destini delle proprie comunità. Eppure a fronte di questa recriminazione, ci si chiede se tutto è stato fatto per evitare questi eventi così  gravosi. Quelle poche barriere poste in mare, sono soltanto mitigatrici della imponenza delle onde che si generano in prossimità delle spiagge. Per il resto, il destino è demandato alla prevenzione del pericolo.

Forse con eccessivo fatalismo si è sperato che gli inverni passassero senza danni, non tenendo conto delle probabilità che mareggiate, anche più forti di quelle recenti, potessero verificarsi in tutta la loro drammaticità. Il rispetto dei piani spiaggia e dei regolamenti comunali, la solidità degli impianti balneari, sono prerogative essenziali per una corretta sostenibilità ambientale a rischi contenuti. L’accortezza avrebbe dovuto suggerire di disporre sulla sabbia di strutture amovibili, da smontare  e ricoverare in ambiti sicuri, soprattutto se i lidi sono costruiti a poche decine di metri dalla battigia. Smontare  per tempo, pannelli, pareti,  impalcature, scivoli e percorsi pedonali, avrebbe evitato il disastro odierno. Nei posti devono rimanere soltanto i pali di fondazione interrati  ed eventuali piattaforme non ingombranti di aggancio. Invece il resto che costituisce l’esteriorità va tutelato e preservato in vista della prossima stagione estiva . Allo stesso tempo sarebbe stato più previgente ritirare barche e natanti dai  moli oltre la linea di sicurezza, per una migliore custodia.  Tutto ciò che  è accaduto, ora possa servire da monito in futuro al fine di non sprecare soldi pubblici per rifondere i danni subiti.

Meno di due mesi fa si è insediata la Commissione consiliare a Paola  per  il mare pulito. E’ questa l’occasione anche per rimodulare un piano organico di rilancio di tutte le attività balneari. Dovrà essere questo il punto di incontro dei bisogni e dei doveri di chi sul territorio è operatore e fruitore delle stagioni estive, al fine di coniugare  il rispetto dell’ambiente  e  lo  sviluppo delle risorse economiche.

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