IL CASO CASSANO -MA CHI C’E’ DIETRO LA MACCHINA DEL FANGO ?

Diciamo subito che i “leoni da tastiera”, quelli che se gli chiedi per chi hai votato ti rispondono ”il voto è segreto”, non godono né della nostra considerazione né della nostra simpatia. Dietro l’anonimato siamo tutti “leoni” e, specularmente, senza l’anonimato siamo quello che siamo, coraggiosissimi nei nostri blindati silenzi che ci consentono di navigare politicamente in tutte le direzioni.
A seconda di chi siede al comando.

Fatta questa premessa, poiché siamo di quelli che ci mettiamo la faccia quando apriamo una polemica o muoviamo una critica, comprendiamo umanamente lo sconforto in cui è caduto il vice-sindaco della nostra Città nonché assessore alle Finanze.
Forse è il caso di richiamare la ormai storicamente consolidata definizione che ha dato della politica Rino Formica, ministro delle Finanze nella Prima Repubblica ed una delle intelligenze più lucide e corrosive del vecchio PSI: ” La politica è sangue e merda “.
Ora è pur vero che nei social-neuro di politica se ne mastica poco (è una componente culturale)  e di merda se ne rimesta molta e, quindi, non bisogna meravigliarsi più di tanto.
Dolersene si, ma non può bastare perché ne esce deturpata l’immagine della comunità paolana.

Ciò detto  e data la nostra solidarietà al vice-sindaco per gli insulti che sono fuori dalla civiltà politica e dalle sue regole, dobbiamo considerare,però, che lui pone, nel confessionale della pagina paolana de “Il Quotidiano”, un problema politico prima che personale. Nella ricostruzione che fa il redattore  della telefonata intercorsa con il vice sindaco, tolti i quattro righi iniziali, è tutta una requisitoria ed un addebito di responsabilità all’amministrazione che ha preceduto quella di cui oggi Tonino Cassano è pilastro portante.

Lasciando da parte la divisa e i meriti maturati in Sicilia che nessuno mette in discussione, Tonino Cassano  risponde, nel bene e nel male, di quanto ha fatto operando nella giunta guidata da Roberto Perrotta.
Se ha risanato le finanze comunali gli dovrà essere riconosciuto, se non ci sarà riuscito, però, non può scaricare sul passato amministrativo le colpe. Questo lo fanno i politici di professione, quelli del voto di scambio e delle cambiali elettorali, quelli che quando debbono  concludere qualcosa di losco dichiarano che “la questione è politica”.

Ora può anche darsi che l’amministrazione in carica sconta ed è chiamata ad affrontare situazioni ereditate dall’amministrazione precedente ma questo succede ovunque e ,in senso tecnico, va sotto il nome di “continuità amministrativa”.
Vale anche per Perrotta se cade da sindaco.
Chi gli succederà – come già avvenuto in passato –  non decanterà certo i suoi successi e quelli del vice-sindaco.

Dopo la performance in piazza con dovizia di  diapositive e tabelle lasciamo che siano i cittadini di Paola a valutare. La democrazia funziona così senza necessariamente dover replicare le stesse cose affidandosi alla compiacenza dei media.

Quanto letto su “Il Quotidiano” è un attacco politico, a tutto campo, all’amministrazione Ferrari e tale rimane a parte gli insulti di cui giustamente si lamenta il vice sindaco. L’attacco politico, però, richiede una risposta politica e non tocca a noi di Paola Oggi darla.

Noi, però, a proposito della “macchina del fango” che sta dietro gli insulti al vice-sindaco, abbiamo un sospetto e vogliamo renderlo pubblico.
Se come abbiamo letto su “Il Quotidiano” il vice-sindaco e assessore alle Finanze ha bonificato in gran parte le finanze comunali, rendendole trasparenti  con rigorose procedure che ne tracciano il percorso, l’utilizzo e l’esito non vorremmo che tutto ciò abbia provocato mal di pancia in segmenti della giunta.
Legalità e trasparenza sono principi ineludibili in democrazia che, però, non portano voti e non ci si costruiscono carriere.

Può darsi cioè – ma possiamo sbagliare – che Tonino Cassano sia stato chiamato a responsabilità di governo della città non per le sue capacità ma per le garanzie che dava la sua “divisa” e la sua storia personale.
Insomma  la solita “foglia di fico” cui si ricorre quando bisogna coprire ciò che non si fa bella figura a  mostrare. Non è da escludere, quindi, che l’uscita di scena del vicesindaco, in qualche modo annunciata, sia incoraggiata anche da quella percezione che egli denuncia e cioè di ritrovarsi solo a fronteggiare insulti e cattiverie.
Ora bisogna vedere, dopo questa affermazione, chi gli risponderà che non è vero.
Aspettiamo fiduciosi di leggerlo su “Il Quotidiano”.

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