Graziano Di Natale

Le “cattive pratiche” e la scalata di Graziano Di Natale

Prendendo in prestito l’articolo de “Il Fatto di Calabria” (Le “buone pratiche” e la scalata di Graziano Di Natale) non ci sottraiamo alla disamina del personaggio

Il fenomeno mediatico della politica locale non perde tempo e si tuffa nell’ennesimo agone elettorale. Gioca d’anticipo Graziano Di Natale, presidente del consiglio del comune di Paola e consigliere provinciale che mira alle prossime regionali dopo i NO di Roma per Roma.

Tralasciando lo stile di vita che il personaggio “sottile e dai modi garbati e con l’età giusta, che veste bene e non trascura “l’apparire” – così etichettato da “Il Fatto della Calabria” – vuole trasferire ai suoi aficionados attraverso braccialetti rossi in gomma con il motto #iononmollo, sfuggono a molti le cattive pratiche che, queste sì, etichettano il Di Natale.

Per citare le più recenti, per le quali si è auto premiato con le “medaglie al petto”, come non ricordare l’anniversario dell’attentato di Nassiriya celebrato da Di Natale con tanto di fascia azzurra a rappresentare la Provincia di Cosenza invece di rappresentare il suo ruolo di Presidente del Consiglio del Comune di Paola?
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Che Di Natale anteponga il ruolo di consigliere provinciale, non eletto dal popolo, a quello di presidente del consiglio comunale, eletto dal popolo, la dice lunga sul rispetto che nutre per coloro che lo hanno votato.

I rapporti con Perrotta non sono idilliaci. “Il Fatto della Calabria” scrive (Link all’articolo) che Di Natale avrebbe “orchestrato consenso per governare di fatto Paola, dietro la faccia del sindaco Perrotta“. Un abbaglio giustificato dal non vivere Paola e la sua vita politica fuori e dentro il S. Agostino. E’ vero l’affabulatore è un ruolo che Di Natale conosce bene ma le tensioni per il suo protagonismo carico di fronzoli e privo di contenuti non passa inosservato al sindaco di Paola.

Il 2017 si è chiuso con la missiva che Di Natale ha affermato d’aver inviato a Matteo Renzi e Lorenzo Guerini, rispettivamente, all’epoca dei fatti, segretario del PD e coordinatore della segreteria nazionale sempre del PD, per richiedere la sua candidatura al Parlamento tramite, dice lui, 80 amministratori locali dello stesso partito. In realtà, molti si sono lamentati di non aver firmato. Il GRAVE atteggiamento di Graziano Di Natale che, non solo ha suscitato un vespaio di polemiche per la sua accorata richiesta di candidatura, ma avrebbe coinvolto amministratori ignari della stessa e palesemente fieri oppositori del PD, è stato denunciato, sulle colonne del Il Corriere della Calabria, da Pasquale De Sue, consigliere comunale di Acquaformosa che dichiara di non aver mai firmato la lettera.
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Il salone degli Specchi della Provincia di Cosenza ha visto recentemente Di Natale interloquire, quale esponente dell’associazione politico culturale “prossimameta”, sulle “buone pratiche nelle pubbliche amministrazioni”. Graziano Di Natale ha invitato l’ex sottosegretario Cosimo Maria Ferri, già destinatario della cittadinanza onoraria della città di Paola. Una forzatura, l’ennesima di Di Natale che ha insignito della carica un personaggio che con la città di Paola non ha alcun legame, se non con lui stesso.
Il conferimento della cittadinanza onoraria è legato al riconoscimento onorifico per chi si sia distinto particolarmente per impegno morale, civile, culturale, sportivo e religioso e che abbia instaurato rapporti con la città ed i suoi abitanti, dando lustro alla stessa e/o favorendo la conoscenza del territorio e del suo patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale a livello nazionale ed internazionale. Lo Statuto del Comune di Paola non presenta alcun articolo sul conferimento di tale onorificenza; volgendo lo sguardo altrove, le caratteristiche del Cittadino Onorario dovrebbero essere quelle descritte.
E’ stata l’ennesima parata politica, strumentale e fuori luogo, del presidente Graziano Di Natale, a detta di alcuni mal digerita dal sindaco Perrotta e non per il nome del Sottosegretario Ferri ma, probabilmente, per la evidente mancanza dei presupposti necessari, ovvero un qualche legame di rilievo con Paola e il suo territorio, che non risulta.
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Fonte: iacchite.com

Le “buone pratiche” di Di Natale sono state adottate anche alla Provincia di Cosenza allorquando, come raccontò Iacchitè, “il buon Di Natale, che andava fiero dei suoi tagli alla segreteria di Occhiuto regala ai dipendenti suoi amici e paesani, fior di compensi. Oltre allo stipendio ed agli incentivi che già molti percepivano. La segreteria interna di Di Natale, per tre mesi di presidenza, è costata oltre 73.000 euro alle casse dell’Ente … Carta canta”.

Salvo poi “mollare” qualcuno lungo la strada.
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Le “buone pratiche nelle pubbliche amministrazioni” si dimostrano anche davanti ai giovani cittadini, ed elettori di domani. Graziano Di Natale anche nella recente “inaugurazione” dei campetti sportivi del liceo di Paola, non ha perso l’occasione per sfoggiare l’ennesima passerella politica davanti agli ignari giovani allievi.
Con la scusa di inaugurare campetti sportivi, non fruibili ancora perchè incompleti, Di Natale ha intrattenuto numerosi studenti affacciati da finestre e balconate, istituzioni e tecnici del comune di Paola e della provincia di Cosenza, con la stessa musica di sottofondo usata durante la campagna elettorale. Un messaggio non tanto subliminale che ha fatto urlare allo scandalo qualche docente, alcuni studenti maggiorenni e anche qualche politico presente.
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Come chiudere l’elenco delle cattive pratiche di Di Natale?
Quelle che lui sottace, non solo alla cittadinanza ma anche ai colleghi politici.
Impossibile.
E’ nella natura di chi ha impegnato anni per arrampicarsi e sta lentamente scivolando nel dimenticatoio.
Perché se è vero che da decenni opera in politica, non pare abbia lasciato la sua impronta.

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