Se lo shutdown si realizzasse a Paola…

Molti di noi, sabato mattina, quando si sono svegliati hanno appreso dello “shutdown” degli Stati Uniti d’America.
Lo shutdown, ovvero il blocco delle attività amministrative federali, è una particolare procedura del sistema politico statunitense che coinvolge il settore esecutivo ogni qualvolta il Congresso non riesce ad approvare la legge di rifinanziamento delle attività amministrative federali. Quando questo succede, e finché dura il blocco, il personale giudicato non essenziale dei vari dipartimenti della pubblica amministrazione viene mandato in congedo non retribuito. Succede quindi che dallo scoccare della mezzanotte in cui parte il blocco, i parchi pubblici, i musei e i monumenti vengono immediatamente chiusi ai visitatori; viene sospesa l’ammissione di pazienti presso i centri di ricerca medica noti come Istituti nazionali di sanità; i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie vedono ridotta la propria capacità di controllo e addirittura dopo dieci giorni molti processi civili vengono sospesi e rinviati. Inoltre vengono sospesi alcuni servizi di assistenza ai veterani e molte richieste di finanziamento di piccole imprese che prevedono agevolazioni statali vengono ritardate.
Bisogna risalire al 2013 durante l’amministrazione Obama per trovare il più recente shutdown. Durante quel blocco più di 700.000 dipendenti pubblici si ritrovarono, dalla sera alla mattina, in congedo non retribuito e il National Park Service, l’agenzia federale che gestisce i parchi nazionali, calcolò mancati incassi per oltre 500 milioni di dollari.
Dal 1981 ci sono stati 12 shutdown con una durata che è spaziata da uno a 21 giorni. Tuttavia il Congresso provvederà a disporre un pagamento retroattivo per i lavoratori interessati nel momento in cui si troveranno i fondi per lo sblocco delle suddette attività federali. Fino a quel momento però, ogni lavoratore pubblico considerato non essenziale, e questo lo decide nella maggior parte delle volte il suo dirigente chi è essenziale o meno, resta a casa senza prendere un dollaro!

Shutdown a Paola

Provate a immaginare ora, se una procedura simile venisse adottata, ad esempio, ogni qualvolta un consiglio comunale si trova alle prese con l’approvazione del proprio bilancio con la consapevolezza che nelle proprie “casse” il saldo è di poco superiore allo zero o addirittura inferiore e quindi totalmente insufficiente per garantire il minimo dei servizi resi ai cittadini! Altro che equilibrio di bilancio e calcolo dei residui attivi…….

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