il punto di Pagliaro

JEANS E MAGLIETTA PER IL NUOVO PD

Il Pd ha peccato pesantemente affidandosi alle élite dei professionisti della politica, ovvero di chi ponendosi molti gradini sopra, ha esercitato il proprio ruolo dall’alto verso il basso.

di Alessandro Pagliaro

Per la sopravvivenza  della sinistra in Italia, la rigenerazione del Pd   diventa l’obbiettivo principale da traguardare. Non c’è sinistra senza un grande partito popolare e di massa.

Dopo la sconfitta elettorale subita di recente dalla formazione di Renzi, si impone un ripensamento generale sull’azione politica da mettere in campo per il rilancio.  Hanno vinto i populisti e la destra, e a loro tocca formare il nuovo governo. Il Pd non può che stare all’opposizione nel rispetto delle regole della democrazia. Da qui deve iniziare un nuovo corso per poter ritornare ad essere competitivi. C’è bisogno della partecipazione attiva dei militanti e degli elettori che non si rassegnano al declino del Pd. Ma soprattutto, si impone il ricambio del gruppo dirigente, che non ha saputo cogliere per tempo i mutamenti della società e la protesta di chi non è stato beneficiato dalle scelte governative di questi ultimi anni.

Nella prima Repubblica gli elettori sceglievano le persone che ritenevano migliori di loro, tant’è che gli operai del Pci mandavano in Parlamento uomini come Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao. Nella seconda Repubblica, invece   i rappresentanti del popolo non sono stati altro che la peggiore rappresentazione di una società che non è riuscita ad emanciparsi appieno. Basti pensare ai tanti Verdini, Razzi  o Scilipoti, che sono stati l’emblema del decadimento generale della politica in Italia.  Nella terza Repubblica di lì a venire, si tenderà invece all’immedesimazione della classe politica con quella civile, con il predominio della normalità. Così si spiega il successo del Movimento 5 Stelle, che ha permesso l’entrata alla Camera e al Senato di tanta gente comune, impiegati, disoccupati, precari e casalinghe. I cittadini vogliono, insomma, farsi rappresentare da persone simili e se stessi. In questo, il Pd ha peccato pesantemente affidandosi alle élite dei professionisti della politica, ovvero di chi ponendosi molti gradini sopra, ha esercitato il proprio ruolo dall’alto verso il basso. Oltre a loro, c’è anche da considerare la leva dei novelli rampanti, pronti a scalere le vette del partito in nome della giovane età.  Spesso si è assistito a forum e convegni di saccenti fuoriusciti dalle Università di classe, parlare di management, di piani finanziari europei, e pochissimo di come creare posti nuovi di lavoro. Veri e propri e conservatori in abito blu attillato e cravatta, senza alcuna percezione del mondo reale, facenti parte di una classe dirigente del Pd  molto autoreferenziale, che hanno adattato il partito alla proprie mire di successi elettorali e di carriera.  Ora, però è venuto il momento di mettere in campo nuove energie. Si indossino jeans e magliette per essere come milioni di italiani che votano e che la mattina vanno in fabbrica o in ufficio. Per sentirsi come quelle madri che accompagnano i figli a scuola e che devono accudire la casa.  Per capire chi un lavoro non ce l’ha e chi deve fare tanti salti  mortali, subendo anche mortificanti umiliazioni, per conquistarselo.  Per trovarsi in sintonia, con il Paese fatto di uomini e donne alle prese con i problemi di tutti giorni.  Tutto ciò è necessario, se si vuole risalire la china. Tutto ciò è vitale se si vuole salvare il Pd e renderlo ancora votabile per milioni e milioni di elettori.

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